Ramin Bahrami, pianista, è ormai considerato internazionalmente tra i più interessanti interpreti bachiani viventi. Nel maggio 2009 debutta alla Gewandhaus di Lipsia, invitato da Riccardo Chailly a suonare con la Gewandhausorchester due dei più celebri Concerti di Bach. La critica tedesca scriverà il giorno dopo: “un mago del suono, un poeta della tastiera… artista straordinario che ha il coraggio di affrontare Bach su una via veramente personale…”(Leipziger Volkszeitung). Altri importanti appuntamenti riempiono l’agenda di Bahrami in tutta la stagione 2009/10: suona al festival “Piano aux Jacobins” di Toulose, quindi in Finlandia e Estonia con Andres Mustonen (con la Tallinn Chamber Orchestra nella Serata d’apertura del Tallinn Baroque Music Festival) e in solo recital; in febbraio debutta con successo a Parigi con le Variazioni Goldberg e in marzo tiene un applaudito tour con i Festival Strings Lucerne; in maggio un nuovo grande successo con Riccardo Chailly alla Gewandhaus di Lipsia, completando l’integrale dei Concerti bachiani. Tra i prossimi appuntamenti, l’invito a importanti festival pianistici europei (tra cui in Francia a la Roque d’Anthéron e a Uzés) e in oriente (in Cina al Beijing Piano Festival). Il pianista iraniano, da parte sua, sta portando sempre più in profondità l’originale unione tra il cesellato lavoro interpretativo e la visione europea ma nello stesso tempo orientale della monumentale opera pianistica di Johann Sebastian Bach, che lo caratterizza. Nel 2009 DECCA Universal pubblicava un box di 6 cd Ramin Bahrami plays Bach, con tutte le registrazioni bachiane del pianista iraniano incise fino a quel momento ed una selezione di esecuzioni dal vivo degli ultimi anni, e nel 2010 un’importante incisione delle Suites francesi. Prima di esse, le Variazioni Goldberg, le 7 Partite e l’Arte della Fuga, pubblicate rispettivamente nel 2004, 2005 e 2007, lanciano Bahrami come caso discografico, e l’incisione dell’Arte della Fuga sale in testa alle classifiche raggiungendo numeri di vendita riservati ai dischi pop e rimanendovi per sette settimane; a ruota, DECCA pubblicava nel 2008 l’album Concerto Italiano, con le opere di Bach dedicate all’Italia (Concerto Italiano, Aria variata nella maniera italiana, Capriccio sulla lontananza del fratello dilettissimo, Quattro Duetti, ecc.) e nel 2009 la prima registrazione su strumento moderno delle Sonate bachiane, ricevendo ancora una volta una calorosa accoglienza e grandi apprezzamenti da parte di critica e pubblico. In sala da concerto, Bahrami si è esibito nelle sedi più prestigiose del panorama musicale italiano. Ha tenuto tour importanti e suonato con grande successo in sale come il Teatro Comunale di Bologna, il Teatro La Fenice di Venezia e soprattutto l’Accademia di Santa Cecilia a Roma, dove è apparso nella prestigiosa rassegna “Solo Piano” accanto a Maurizio Pollini, Grigory Sokolov, Daniel Barenboim, Jean-Yves Thibaudet e Evgeny Kissin e dove, nel marzo 2008, è stato reinvitato a partecipare alla “Maratona Bach” accanto al violoncellista Mario Brunello. In giugno 2008 la sua apparizione alla Wigmore Hall di Londra, con una grande accoglienza del pubblico. Nella primavera 2009 ha presentato l’Arte della Fuga al Festival Pianistico Internazionale “Arturo Benedetti Michelangeli” di Brescia e Bergamo, di cui è stato protagonista insieme ad altri nomi celebri del pianoforte quali András Schiff, Lang Lang, Angela Hewitt, Grigory Sokolov, Alexander Lonquich. In settembre è stato invitato ad aprire la Stagione autunnale di Bologna Festival “Il nuovo, l’antico” e a chiudere il Festival Pergolesi Spontini a fianco del violoncellista Umberto Clerici, in un programma dedicato alle Sonate per viola da gamba di Bach ed altri autori che poi ha portato ad Asolo, Napoli, L’Aquila ed altre città italiane. Nato a Teheran, Bahrami dopo la rivoluzione politica del suo Paese trova rifugio in Italia, dove può studiare il pianoforte e diplomarsi con Piero Rattalino al Conservatorio “G. Verdi” di Milano. Approfondisce gli studi all’Accademia Pianistica “Incontri col Maestro” di Imola e con Wolfgang Bloser alla Hochschule für Musik di Stoccarda, e si perfeziona con Alexis Weissenberg, András Schiff, Robert Levin e in particolare con Rosalyn Tureck, l’artista che più di altri ha contribuito a far conoscere la modernità dell’opera pianistica di Bach attraverso i suoi studi e le sue esecuzioni. Il pimo debutto importante avviene nel 1998 al Teatro Bellini di Catania: il successo è tale che la città etnea gli conferisce la cittadinanza onoraria. Da questo momento in poi, si susseguono le esibizioni presso le maggiori istituzioni musicali d’Italia, invitato da teatri e stagioni importanti e da prestigiosi festival internazionali, ed un contratto in esclusiva con DECCA Universal. Nel gennaio 2009 Ramin Bahrami è stato insignito del Premio “Città di Piacenza–Giuseppe Verdi” dedicato ai grandi protagonisti della scena musicale, riconoscimento assegnato prima di lui a Riccardo Muti, José Cura, Leo Nucci e Pier Luigi Pizzi. “Ramin Bahrami scompone la musica di Bach e la ricompone in modi che risentono di un modello, Glenn Gould, senza veramente assomigliare al modello. Io gli ho insegnato a sopportare il morso, ma non l’ho domato; e spero che continui ad essere com’è”. Piero Rattalino